LA DELICATA RELAZIONE TRA SELLA E CORPO NEL CICLISTA - Alcune considerazioni
Nel periodo che stiamo attraversando qualcosa di positivo lo possiamo anche trovare: è tornato il tempo per potersi fermare, riflettere e dedicare un po’ delle proprie energie allo studio.
Ho così finalmente potuto dedicarmi ad un argomento di cui volevo scrivere da molto. Oggi vi parlerò di uno dei componenti che secondo il mio punto di vista ed il mio modo di lavorare è fondamentale per il raggiungimento di una corretta posizione in bici: la sella.
Perché è così importante? Perché è semplicemente un elemento che influenza direttamente tutti gli altri fattori della biomeccanica.
La relazione tra bici e ciclista prevede cinque punti di appoggio e le forze che agiscono vanno quindi bilanciate sfruttando una corretta distribuzione tra questi. Un carico eccessivo o mal bilanciato porterà prima o poi problemi.
Sono molti i fattori legati alla sella, vedrò in questo articolo di analizzare nel dettaglio i più importanti. Purtroppo, pur credendo fortemente nella pratica EBP (evidence based practice), sono pochi se non assenti gli studi veramente completi sull'argomento utilizzabili poi nella pratica. Un famoso studio, ad esempio, riguardante l’inclinazione della sella afferma che per togliere il dolore lombare la sella va abbassata di 10-15°. Ok, nello studio le persone hanno risolto il loro fastidio alla schiena, ma quanto può essere sostenibile questa posizione? Vediamo un po' in dettaglio tutte queste relazioni.
Parto intanto con quel fattore di cui tutti parlano nella scelta della sella:
LA LARGHEZZA DELLA SELLA
‘’..voglio una sella S3! no meglio una L2 io mi sono trovato bene .. voglio una sella 143 perché il cartone su cui ero appoggiato segna che ho le ossa larghe 13cm’’
Qui cercherò di spiegarvi perché non è il miglior approccio. Solitamente per scegliere una sella a tutti viene consigliato il famoso test della larghezza delle ossa. Nella mia pratica non ho riscontrato una correlazione e qui cercherò di spiegarvi le conclusioni a cui sono arrivato.
Il calco e la successiva misurazione sono prese nel punto più largo, le tuberosità ischiatiche. Zona che però non corrisponde veramente a dove appoggiamo effettivamente se non adottando una posizione cicloturistica (che crea più danni di quel che pensiamo) con busto completamente eretto.
Un ciclista invece va solitamente ad appoggiare sui rami ischiatici e la forma, angolazione altezza di questi può variare di persona in persona.
Variabili:
- quantità di flessione della colonna che il ciclista adotta nella sua posizione. Più questa è racing/aero e più si appoggerà nella parte anteriore e stretta. Ecco perché a parità di larghezza del bacino tra due persone spesso la stessa sella non va bene ad entrambi.
- angolazione del sacro rispetto all'insieme ileo-ischio-pube.
Figure (da sinistra verso destra)
1. Indicazioni classiche di misura. Seduti su una sedia con busto eretto.
2. Vista laterale. In rosso I punti che di solito vengono misurati appoggiando su una sedia.
3. Vista inferiore. Tuberosità ischiatiche in rosso e zona di appoggio solita, rami ischiatici in verde.
4. Vista latero-anteriore per far capire meglio la localizzazione
Qui avete trovato alcune motivazioni per le quali la misurazione di quei due soli punti è riduttiva per capire di cosa abbiamo bisogno, ma continuiamo...
Passiamo alla valutazione dell'appoggio:
Qui in questa figura possiamo vedere la differenza tra una sella troppo larga per il soggetto (figura a sinistra) ed una della corretta larghezza (a destra).
Queste immagini sono ottenute tramite il sistema che utilizzo solitamente: Gebiomized. Di che si tratta? È un analizzatore della distribuzione della pressione sulla sella. Unico metodo per individuare veramente dove questa si posizione e come è distribuita. I punti rossi presenti in figura (alta pressione) creeranno con una probabilità del 90% irritazioni. La pressione è troppo elevata e concentrata per esser sopportabile a lungo.
Una sella con una larghezza eccessiva per le proprie strutture porta a sedersi nella parte anteriore generando punti di pressione eccessivi, creando sfregamenti, asimmetrie e probabili altri problemi nel breve-lungo termine.
A differenza una sella della corretta larghezza permetterà una distribuzione del carico più uniforme possibile lungo i rami ischiatici ed una seduta nella zona medio-posteriore. Individuando anche la corretta forma/curvatura potremmo togliere i punti di pressione e scaricare i tessuti molli centrali.
Esempio pratico: due cicliste donne che utilizzano la più famosa sella larga 143 e corta. La larghezza eccessiva ha portato ad una rotazione del bacino. Ciclista 1: dolori ad un ginocchio Ciclista 2: dolore zona lombare e toracica unilaterale. Entrambi risolti tornando ad una sella stretta 132-138 come avevano sempre usato. Siamo già asimmetrici di nostra costituzione, se poi adottiamo soluzioni che aumentano questo problema …
Un altro discorso a cui prestare attenzione e di cui non ho mai trovato traccia sul web se non nella mia pratica è la relazione tra la sella e la muscolatura che origina dai rami ischiatici.
Qui nell'immagine colorati di azzurro potete vedere i due muscoli che originano dalla zona di appoggio: gracile e grande adduttore. Nella figura a destra una visione frontale in cui si vedono in rosso le inserzioni di questi due muscoli sui rami ischiatici.
Questo cosa comporta? Più una sella è larga e più interferirà con la muscolatura creando movimenti di compenso (pedalata a ginocchia larghe? ...) Ho già avuto l’esperienza di clienti dei quali la RMN riferiva un’irritazione del muscolo gracile.
Consiglio generale? Dalla mia pratica posso affermare la maggior parte delle persone ha bisogno di una sella di una larghezza medio-bassa. 130-138.
Che non sia questo il motivo per cui tanti prof (quindi soggetti solitamente con posizione aggressiva e corporatura esile) vanno a sedersi in punta? Forse preferiscono sacrificare la distribuzione di pressione a favore di una piena libertà muscolare? Ricordatevi che i prof non sono immuni da problemi alla sella...sicuramente compensano meglio della media.....
Qual è quindi la larghezza giusta per noi? Rivolgiti ad un fitter che utilizza il sistema Gebiomized e potrà aiutarti a capirlo.
INCLINAZIONE SELLA
Come va messa la sella? ‘’…..La sella va in bolla!! la punta deve andare verso il basso!!....’’
Ecco ciò che si sente solitamente dire. Ed invece questo è un fattore estremamente personale e dipende da:
- Strutture del bacino e dei canali centrali
- Tipologia di specialità praticata
- Obiettivi della persona
- Tipologia di sella, struttura, curvatura, forma e localizzazione canale di scarico centrale
Spesso non si analizza a fondo questo fattore durante un posizionamento e si ‘’risolve’ portando la punta della sella verso il basso. Nel breve termine (e neanche in tutte le persone) le sensazioni possono anche sembrare positive ma poi cosa può succedere in seguito?
Per capire questo partiamo da un po' più lontano, discorso che ho fatto anche nell'introduzione. Mentre pedaliamo abbiamo 5 punti di appoggio (sella, 2 mani, 2 piedi) e il peso che agisce tra questi non può diminuire ma solo spostarsi, pensiamoci. Per pedalare al meglio, dev'essere distribuito nel giusto grado tra questi. In cosa consiste questo ‘giusto’? La zona che deve sorreggere una buona parte del carico è il bacino e questo può avvenire solo con la corretta scelta della sella.
Qui nella figura cerco di mostrarvi la relazione tra bacino e sella; nello specifico con la curvatura dei rami ischiatici. Qual è quella che dà l’idea di un maggior supporto? È abbastanza chiaro.
Quindi se una sella o la posizione nel quale è impostata fa in modo che non sia caricata il giusto finisce a gravare sugli altri punti di appoggio. Vediamo le conseguenze suddivise tra le due zone:
Arti superiori: Togliendolo peso dalla sella, si sposterà il carico sulla zona del manubrio con conseguente maggior carico che devono sostenere i muscoli di braccia, spalle e tronco. Tra questi, attenzione, sono coinvolti anche quelli respiratori. Muscoli che dovrebbero essere dedicati per la maggiore all'atto respiratorio e che invece sono ora caricati dalle forze atte a sostenerci e non farci sbattere con il naso sul manubrio. Quindi perdita di performance oltre ai classici formicolii alle mani, dolori cervicali. Esempio pratico visto in studio: si può arrivare anche ad infiammazioni vere e proprie delle strutture, in questo caso epicondilite ai gomiti, così per dire.
Arti inferiori: le gambe dovranno spingere sui pedali ed allo stesso tempo impedire il scivolamento avanti visto il mancato supporto dato dalla sella. Questo porta nel lungo termine (nel breve termine spesso non ci si accorge) a sovraffaticamento e sovraccarichi. Altre conseguenze sono il peggioramento del carico a livello della pianta del piede, la perdita di sensibilità/formicolii, la sensazione di gonfiore/ calore. Ultima ma non meno importante il sovraccarico del quadricipite, problemi tendinei zona rotulea, peggioramento del recupero e perdita di efficacia degli allenamenti.
Altro appunto sulla foto: si nota come un’inclinazione verso il basso della sella a parità di angolo sacrale- lombare porta ad appoggiare più indietro sulle ossa. Questo può essere il motivo della sensazione della minor pressione anteriore. Si risolve quindi un problema ma se ne creano altri. Ricordo anche qui ancora: tutto dipende dalla specialità, se fate cronoscalate l’inclinazione del terreno e lo sforzo cambiano, il discorso cambia.
Un’eccessiva pressione anteriore può essere anche non dovuta alla posizione della sella ma da altre variabili quali:
- telai troppo racing, lunghi e bassi
- leve posizionate male che aumentano il reach
- dislivello sella-manubri eccessivo
- attacchi lunghi e spacer ridotti al minimo, si fa figo ma va valutato se è il caso o meno
- adattando il dislivello sella-manubrio e il reach
Qual è la corretta inclinazione? DIPENDE. Ci sarà il soggetto che dovrà utilizzare una sella con inclinazione zero, chi con una punta leggermente sollevata e chi con la punta verso il basso. Come avete visto sono molti i fattori, spero di avervi dato alcuni spunti utili. Quale è quindi la sella adatta a noi?
Quella che ci permette:
- appoggio idoneo che non crei sfregamenti e perdite di sensibilità
- il giusto supporto e la giusta distribuzione del carico
Fino a che non saranno raggiunti tutti questi risultati non possiamo dire di aver trovato la sella ideale.
Soluzione finale: Trovare la corretta sella con l’aiuto del proprio fitter tramite l'utilizzo del sistema Gebiomized. Attenzione: vista la diversità tra le strutture di ogni persona non è un sistema infallibile, ma aiuta a ridurre di molto i tentativi a 1-2.
Io stesso nel mio studio do la possibilità di provare la sella e se proprio non funzionasse effettuo il cambio. L'obbiettivo primario di un bikefit dev'essere la soddisfazione e la felicità del cliente di poter aver un appoggio ideale che non tolga il piacere di pedalare.
Concludo qui sperando di avervi aiutato a chiarire le idee. Tutte queste informazioni derivano dalla pratica ed ogni fitter avrà le sue convinzioni. Io cerco solo di crearmi le mie analizzandone tutto il possibile e provandole su me stesso. Grazie! Rimango a disposizione, scrivetemi e soprattutto CONDIVIDETE!! A presto
Bell'articolo, io c'ero arrivato non studiando così tanto ma facendo esperienza su strada.
Dipende tutto da quanto ruota il proprio bacino.
Le selle moderne con forma wave, semi wave e flat o T Shape o V shape aiutano a trovare la sella perfetta
Ma se uno non conosce l'argomento ha due combinazioni che detonano l'inferno in bici